Il Piccolo Amico by Donna Tartt

Il Piccolo Amico by Donna Tartt

autore:Donna Tartt [Tartt, Donna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Narrativa, Fiction
ISBN: 9788858656860
editore: Bur
pubblicato: 2014-02-16T23:00:00+00:00


Quando i fari illuminarono d’improvviso il vialetto, Harriet fu colta di sorpresa. Si buttò a terra e rotolò sotto la casa, bong, dritto contro la cassetta del cobra, che per tutta risposta sferzò violentemente con la coda. La ghiaia scricchiolò, e prima che se ne rendesse conto gli pneumatici stridettero a pochi centimetri dal suo volto, in uno sbuffo di vento e di luce azzurrognola che si diffuse sull’erba secca.

Harriet, con la faccia nella polvere, sentì un forte, nauseabondo odore di cadavere. Tutte le case ad Alexandria avevano un’intercapedine tra la base e il terreno, per difesa in caso di inondazione, e questa era alta non più di trenta centimetri e claustrofobica come una tomba.

Il cobra — che non aveva apprezzato il fatto d’essere stato sballottato fin giù, e ribaltato su un lato — batteva contro le pareti della cassa, dando con la coda dei terrificanti colpi secchi, che lei sentiva attraverso il legno. Ma peggiore del serpente o del tanfo di topo morto era la polvere, che le causava un intollerabile pizzicore al naso. Si voltò: la luce rossastra dei fanali posteriori illuminò brevemente ciò che la circondava: escrementi di lombrichi, formicai, un sudicio frammento di vetro.

Poi tutto divenne nero. La portiera dell’auto sbatté. «… Ecco cosa stava mandando a fuoco la macchina» disse una voce roca, non quella del predicatore. «Mi avevano fatto stendere a terra. “Be’” gli ho detto io, “sarò onesto con lei, signore, e può portarmi subito in prigione, ma su questo qui c’è un mandato di cattura lungo un chilometro.” E lui se l’è data a gambe.»

«E questo è tutto, immagino.»

Risata: non bella. «Hai fatto bene.»

Sentì un passo pesante venire verso di lei. Trattenne il respiro, tentando disperatamente di non starnutire; si mise la mano sulla bocca e si tappò il naso. Sentì i passi per le scale, sopra la sua testa. Un insetto le punse la caviglia; dapprima l’animaletto esitò, quindi, non trovando resistenza, andò più a fondo, e un fremito la percorse dalla testa ai piedi, tanto era forte la voglia di schiacciarlo.

Un’altra puntura, questa volta sul polpaccio. Formiche rosse. Perfetto.

«Be’, quando torna a casa» disse la voce roca, che allontanandosi diveniva sempre più debole, «tutti vedranno chi è che riesce a cavargli di bocca la vera storia…»

Poi la voce tacque. Al piano di sopra c’era un gran silenzio, ma non aveva sentito aprirsi la porta, e capì che non erano entrati, ma indugiavano ancora sulla soglia, guardinghi. E Harriet stava lì sotto, rigida, tesa all’ascolto con ogni sua fibra.

Passavano i minuti. Le formiche rosse — via via più impudenti e numerose — le pungevano braccia e gambe. Era ancora appoggiata alla parete della cassa, e di tanto in tanto, attraverso il legno, il cobra si scagliava astioso contro la sua schiena. In quel silenzio soffocante credeva di sentire passi e voci ma, quando cercava di discernerli meglio, i rumori, dopo una breve accensione, si dissolvevano nel nulla.

Impietrita per il terrore, giaceva su un fianco, fissando il vialetto nero come pece. Per



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